Hydrogen Valley in Italia: dove sono e dove nasceranno in futuro

 

Hydrogen valley Italia - Foto di Ronaldo Guiraldelli da PexelsAlcuni progetti sono già avviati, altri attendono il varo definitivo: dalla Lombardia alla Sicilia, una mappa delle Hydrogen Valley italiane. 

Idrogeno: ecco come cambierà i trasporti italiani

Alla luce della corsa globale all’idrogeno, si fa un gran parlare in questo periodo di Hydrogen Valley: un’espressione che torna tanto nella strategia nazionale per l’idrogeno - dove vengono definite come ecosistemi che includono sia la produzione che il consumo di idrogeno e che potranno inoltre fornire aree per la diffusione della molecola entro il 2030 - quanto nel Recovery Plan

I progetti non mancano e riguardano l’intera Penisola.

Le hydrogen valley nel Nord Italia

La prima hydrogen valley italiana in Lombardia

In Lombardia la hydrogen valley è già un progetto palpabile che riguarda i trasporti ferroviari. La location scelta è la Valcamonica, nel dettaglio lungo l’asse ferroviario Brescia-Iseo-Edolo, dove da fine 2020 è partito il piano H2iseO di FNM e Trenord che fa leva sulla riconversione della linea ferroviaria non elettrificata – oggi percorsa da treni a motore diesel – a treni con trazione ibrida elettrica-Idrogeno. 

Progetto ambizioso, che vede allargarsi di mese in mese l’elenco delle aziende del settore energia disposte a collaborare con FNM: A2A e Snam per la fornitura di H2 destinato ad alimentare i nuovi mezzi ecosostenibili; Enel Green Power per studiare e individuare la migliore modalità di fornitura di idrogeno verde per la mobilità ferroviaria.

Il Piemonte vuole ospitare il Centro Nazionale di Alta Tecnologia per l’Idrogeno

La Regione Piemonte ha costruito e sostenuto la creazione di una filiera dell'idrogeno con più di 3.000 mq di aree dedicate e già attive, importanti attività di sviluppo di soluzioni e prodotti nella traiettoria dell’idrogeno, sviluppati da imprese grandi e piccole.

E intende cogliere l'opportunità offerta dal Recovery Plan: la Regione si è candidata ad ospitare il Centro Nazionale di Alta Tecnologia per l’Idrogeno, aprendo una manifestazione d’interesse rivolta agli stakeholder che ha condotto a una mappatura dell'interesse dell'ecosistema industriale, imprenditoriale e accademico sul vettore energetico. 

L'Hydrogen Innovation Center a Modena

A maggio Snam ha annunciato l'avvio dell'Hydrogen Innovation Center, polo di eccellenza nazionale per le tecnologie dell'idrogeno che si pone l'obiettivo di aggregare partner industriali e centri di ricerca universitari per accelerare lo sviluppo del settore e contribuire al raggiungimento degli obiettivi climatici nazionali ed europei.

La prima sede dell'Hydrogen Innovation Center sarà inaugurata a Modena, nell'ambito di un accordo di collaborazione tra Snam e UNIMORE (Università degli studi di Modena e Reggio Emilia). A quello emiliano si affiancheranno successivamente altri hub nel Paese, tra i quali uno con il Politecnico di Milano; entro la fine del 2021 è prevista anche la creazione di un hub oltreoceano, in collaborazione con una prestigiosa università degli Stati Uniti.

L'Hydrogen Innovation Center di Snam porterà avanti le collaborazioni già in essere con centri di ricerca in ambito idrogeno, tra cui quella avviata con ENEA in relazione all’Hydrogen Valley di Casaccia (Roma). Le attività di ricerca e sperimentazione comprenderanno l'intera filiera dell'idrogeno, dalle tecnologie di produzione alle infrastrutture di trasporto e stoccaggio fino agli usi finali, quali applicazioni industriali (siderurgia) e trasporti (automobili e camion a celle a combustibile, navi e treni). 

L'hub modenese, in cui nella fase inziale lavoreranno quattro ricercatori di UNIMORE con il supporto di personale Snam, sarà focalizzato in particolare sull'automazione e sulla mobilità. Le aree oggetto di studio saranno tre: l'automazione delle filiere produttive di elettrolizzatori e celle a combustibile, un prototipo di stazione di rifornimento di idrogeno realizzato nell'Università con tecnologia italiana e nuove applicazioni a supporto dei veicoli a guida autonoma nonché soluzioni IoT (Internet of Things) e AI (intelligenza artificiale) per la mobilità del futuro. 

I progetti nel centro Italia

Si focalizza più sulla ricerca il progetto di ENEA per creare una hydrogen valley presso il Centro di ricerche di Casaccia, alle porte di Roma. 

Il progetto nasce con un investimento da 14 milioni di euro per dar vita al primo incubatore tecnologico italiano per lo sviluppo della filiera dell’idrogeno, in collaborazione con università, istituti di ricerca, associazioni e imprese, con l’obiettivo di favorire la transizione energetica e la decarbonizzazione. I fondi vengono da Mission Innovation, iniziativa globale cui partecipano 24 paesi e la Commissione europea con l’obiettivo di accelerare l'innovazione nel campo dell’energia pulita e affrontare i cambiamenti climatici.

Il centro di ricerche ENEA alle porte di Roma sarà dotato di un insieme di infrastrutture hi-tech per la ricerca e la sperimentazione lungo tutta la filiera dell’idrogeno: dalla produzione alla distribuzione, dall’accumulo all’utilizzo come materia prima per la produzione di combustibili puliti e come vettore energetico, per ridurre le emissioni di CO2 nell’industria, nella mobilità, nella generazione di energia e nel residenziale. All’interno dell’incubatore potrà essere utilizzato idrogeno puro e in miscela con gas naturale per la produzione di energia elettrica ed è prevista la realizzazione di una stazione di rifornimento per veicoli a idrogeno, come i mezzi per la movimentazione delle merci, bus e automobili.

Focus sulla mobilità per il progetto avviato a Terni che vede la collaborazione dell’impianto siderurgico AST con l’azienda di trasporti Busitalia. 

Il progetto punta non solo sull’utilizzo dell’idrogeno per la mobilità - per cui potranno essere utilizzate le risorse messe a disposizione dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti per l’acquisto di autobus a idrogeno e per la realizzazione delle infrastrutture necessarie, come la stazione di pompaggio e di distribuzione - ma prevede che AST metta a disposizione gratuitamente il surplus di idrogeno prodotto all’interno dell’area industriale e che viene utilizzato in fase di produzione, oltre all’area per la realizzazione della stazione.

Idrogeno nel Mezzogiorno

In Sicilia nascerà il centro nazionale di alta tecnologia per l’idrogeno

Alla luce della sua posizione strategica nel Mediterraneo e dei collegamenti già esistenti con il Nord Africa, la Sicilia si candida a diventare un perfetto hub dell’idrogeno.

Sul piano progettuale, la giunta regionale ha varato un documento strategico con il quale viene delineato il percorso per rendere l’Isola un punto di riferimento internazionale delle ricerche sull’idrogeno.

"Stiamo ragionando con una visione strategica e di lungo periodo", spiega l’assessore all’energia Alberto Pierobon. "L’idrogeno funge da elemento di congiunzione tra il settore del gas e l’energia elettrica e consente una trasformazione ‘verde’ dell’industria, senza modificare la logistica e la filiera. Ho già sentito tutti i colossi energetici, da Enea a Terna, Eni, Snam Enel, Gse e Cnr, acquisendo un corale appoggio all’iniziativa della Regione Siciliana".

Una Green Hydrogen Valley in Puglia

Il 14 settembre è stata annunciata la firma di un accordo con cui Edison e Snam si uniscono a Saipem e Alboran per realizzare congiuntamente tre impianti di produzione di idrogeno verde per complessivi 220 MW in Puglia nelle aree di Brindisi, Taranto e Cerignola (Foggia). Si stima che, una volta a regime, i tre impianti siano in grado di produrre fino a circa 300 milioni di metri cubi di idrogeno rinnovabile all’anno.

L'idrogeno verde sarà destinato principalmente all'utilizzo da parte delle industrie presenti nelle aree, anche attraverso l'iniezione – o blending – dell'idrogeno nella rete gas locale di Snam e/o impiegato per la mobilità sostenibile.

Dei tre impianti previsti, il progetto di Brindisi ha già avviato l'iter autorizzativo e prevede la realizzazione di un impianto di produzione di idrogeno verde mediante elettrolizzatori con una capacità di 60 MW alimentati da un dedicato campo fotovoltaico.

L'intero progetto Puglia Green Hydrogen Valley consentirà di valorizzare e coinvolgere importanti realtà regionali, tra cui l'Acquedotto Pugliese, le Ferrovie Appulo Lucane, i Distretti tecnologici e produttivi pugliesi, il Politecnico di Bari, l'Università di Bari, di Foggia e del Salento. Inoltre, si prevedono investimenti in ricerca e sviluppo che favorirebbero la nascita e lo sviluppo di competenze e di una filiera produttiva in Puglia dedicata all'industria dell'idrogeno. 

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