Legge di Stabilità: le novità su agevolazioni e fondi europei

 

Legge di StabilitàLetta e Saccomanni - fonte: GovernoMeno risorse sui bonus fiscali e diversi interventi sulla materia dei fondi europei. Sono alcune delle novità principali della legge di Stabilità appena approvata dal Senato.

Rimodulazione di alcuni bonus fiscali, riordino dell’Agenzia per la coesione, definizione di un pacchetto di interventi per la prossima programmazione dei fondi europei. Sul fronte delle imprese la legge di Stabilità, appena approvata in via definitiva dal Senato, porta alcune novità destinate a impattare in maniera decisa sul lavoro dei prossimi anni. Quanto alle risorse che arrivano da Bruxelles, l’obiettivo è spendere meglio e più rapidamente. Mentre, dal lato del bilancio italiano, si cercherà di tirare la cinghia, risparmiando 250 milioni di euro grazie al dimagrimento delle agevolazioni.

Agenzia per la coesione, 120 assunzioni

Sul fronte dell’Agenzia per la coesione territoriale vengono ripescate le 120 assunzioni saltate qualche mese fa. Alla struttura, al momento della sua creazione, era infatti stata assegnata una dotazione organica di 200 unità da coprire con 120 assunzioni di personale altamente qualificato, a tempo indeterminato. La misura, però, era stata tagliata dal Senato, perché giudicata eccessivamente costosa. Adesso quelle assunzioni vengono rese effettive a partire dal 2014, "ai fini del rafforzamento delle strutture della presidenza del Consiglio dei ministri, dei ministeri e dell'Agenzia preposti” a vigilare sui fondi strutturali. Il personale dovrà sorvegliare la spesa dei fondi strutturali e dovrà coordinare l’azione delle amministrazioni che saranno coinvolte in qualsiasi modo nella materia dei fondi europei. L'operazione costerà, complessivamente, 5,5 milioni di euro all'anno.

Fondi europei

La novità principale riguarda il finanziamento per il Fondo di sviluppo e coesione, ex Fas. Vale 54,8 miliardi di euro nel periodo che va dal 2014 al 2020. La maggior parte delle risorse, però, arriverà a partire dal 2015: solo 100 milioni di euro sono previsti il prossimo anno e 500 milioni di euro quello successivo. L’80% di questo denaro sarà destinato al Mezzogiorno e il 20% al Centro-Nord. A questi soldi si aggiungeranno 30 miliardi di euro di fondi strutturali e 24 miliardi di euro di cofinziamento nazionale, per arrivare a oltre 100 miliardi collocati sulle politiche di coesione per il prossimo settennato. Al ministero per la Coesione territoriale, con un emendamento alla Camera, è stata assegnata una competenza rinforzata sul Fondo per lo sviluppo e la coesione: entro il primo marzo del 2014 potrà definire l’assegnazione delle risorse, per evitare che vadano disperse. Ogni anno lo stesso dicastero dovrà relazionare, entro il 10 settembre, al Parlamento sull’andamento della programmazione in corso. L’obiettivo di questo sistema, unitamente al ruolo dell’Agenzia per la coesione, è evitare la dispersione di risorse e le lentezze degli ultimi sette anni.

Bonus fiscali, potatura in arrivo

Un colpo importante viene assestato ai bonus fiscali, avviando una piccola operazione di riordino. Nella pratica la manovra ne farà dimagrire, per l’esattezza, diciotto. Un decreto del presidente del Consiglio dei ministri dovrà stabilire le percentuali di decurtazione dei crediti di imposta limati, entro un massimo del 20% a partire dal 2015, per arrivare a un risparmio complessivo di circa 250 milioni di euro per le casse dell’Erario. Tra i più importanti, viene intaccato il bonus per le imprese che assumono personale altamente qualificato, mai andato a regime a causa della mancata pubblicazione del relativo decreto attuativo. Si salva, invece, il settore dell’autotrasporto, per il quale è stata esclusa la riduzione del credito di imposta sul gasolio per autotrazione.

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LEGGE 27 dicembre 2013, n. 147

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