Lobby: voglia di trasparenza

 

Frans TimmermansIl 2015 sarà l’anno dello svolta per chi opera nel settore delle lobbies.

La Commissione Juncker sta lavorando per rendere obbligatoria l’iscrizione al registro europeo della trasparenza da parte dei soggetti impegnati in attività di rappresentanza di interessi particolari.

La riforma è coordinata dal primo vicepresidente della Commissione europea FransTimmermans. Dal 27 gennaio è online una nuova versione del registro, frutto del lavoro congiunto della Commissione e del Parlamento europeo. Il nuovo corso è frutto di un accordo interistituzionale sottoscritto ad aprile 2014 dalle due istituzioni europee.

Nuove regole a Bruxelles

Il nuovo sistema è più stringente: cambiano le modalità di dichiarazione delle risorse umane che svolgono attività di lobby; vengono richieste informazioni supplementari sulla partecipazione a comitati, forum, intergruppi e strutture analoghe dell'Ue e sui fascicoli legislativi attualmente seguiti; si estende a tutte le entità registrate l'obbligo di dichiarare i costi stimati relativi a tali attività. Semplificata la procedura di "allerta e denuncia", che consente di esercitare un controllo più rigoroso sulle informazioni potenzialmente fuorvianti e di trattarle in modo più efficiente.

Inoltre, scatta l'obbligo di registrarsi per chi desidera incontrare membri della Commissione, membri di gabinetto e direttori generali e per tutte le organizzazioni che intendono prendere la parola nelle audizioni del Parlamento europeo. Nondimeno, la Commissione Juncker ha adottato due decisioni sull'obbligo di pubblicare informazioni sulle riunioni di membri della Commissione e dei direttori generali con organizzazioni e liberi professionisti.

L’iniziativa al Ministero dei Trasporti, Mazzei: "Lodevole"

Il viceministro per i Trasporti, Riccardo Nencini, ha recentemente attivato un sistema informatico per pubblicare gli appuntamenti con i “soggetti portatori di interessi particolari”. Ogni settimana questo registro pubblico viene aggiornato sul sito del Ministero con la sintesi dell’esito dell’incontro.

Giuseppe Mazzei giornalista, comunicatore e segretario de “Il Chiostro”, associazione che promuove la cultura, la pratica e la regolamentazione della trasparenza nella rappresentanza degli interessi ha affermato: “l'iniziativa del viceministro Nencini è sicuramente lodevole e importante. Nencini, tra l'altro, è da sempre sensibile alla regolamentazione delle lobbies. Il segnale che riceviamo è che qualcosa si può fare. Tuttavia, la risoluzione del problema non può essere trovata attraverso iniziative sporadiche di questo o quel Ministero”.

Continua Mazzei: “Qualche anno fa l'allora ministro Mario Catania istituì un analogo registro presso il Ministero delle Politiche agricole e forestali. Chi voleva partecipare alle attività di consultazione doveva obbligatoriamente registrarsi e, in questo modo, poteva accedere ai documenti riservati. Con l'uscita di scena di Catania il registro ha smesso di funzionare. All'epoca l'associazione il Chiostro, da me presieduta, chiese al Governo (n.d.r. all'epoca guidato da Enrico Letta) di emanare una direttiva per obbligare tutti i Ministeri a istituire un registro simile a quello attivato al Ministero dell'agricoltura. La direttiva non andò mai in porto. Con la nomina del ministro Nunzia De Girolamo, il registro non ha più funzionato e, addirittura, l'unità che se ne occupava è stata di fatto smantellata. Pur non essendo esattamente un registro obbligatorio cui devono iscriversi i lobbisti, quello attivato da Nencini rappresenta comunque un tassello importante. Bisogna attuare una legge dello stato, valida anche per le regioni e gli enti locali. Quando ci sono incontri con i pubblici decisori, come parlamentari e funzionari, ne deve restare traccia, almeno attraverso un sommario. Quello di Nencini è un atto concreto e positivo, ma allo stesso tempo simbolico, che può imprimere un'accelerazione in questo senso".

Prosegue Mazzei: "Al Senato, presso la commissione Affari costituzionali, è attualmente in discussione un disegno di legge, su cui Il Chiostro è stato chiamato ad esprimere la sua posizione (n.d.r l'audizione si svolgerà dopo l'elezione del capo dello Stato). E' necessario fissare un data, affinché la commissione presso Palazzo Madama produca un testo unificato che passi all'esame del Parlamento. Nel frattempo, ci auguriamo che il ministro Nencini possa ricordare al presidente del Consiglio, Matteo Renzi, l'impegno sottoscritto nel 2014 dal suo Governo con il DEF a presentare un disegno organico di regolamentazione sui rappresentanti di interessi ad ogni livello. Si tratta di una grande riforma delle istituzioni, che riguarda da vicino la nostra democrazia”.

Questo, invece, il giudizio di Mazzei sulla riforma europea in corso: “L'Unione europea sta facendo dei passi avanti. A partire dal 27 gennaio scorso è venuto meno il doppio regime che vigeva (obbligatorietà versus volontarietà dell'iscrizione, a fronte di diritti maggiori e minori) e si va verso una registrazione obbligatoria per tutti. Le istituzioni, quindi, uniformeranno i loro comportamenti nei confronti delle lobbies attraverso una legislazione comune. In occasione del prossimo congresso annuale dell'associazione PACE (Public affairs community of Europe), che si svolgerà a Vienna l'8 maggio, esprimeremo una nostra valutazione per capire se questa novità rappresenta un vero passo avanti verso la trasparenza. Auspichiamo che la Commissione europea si faccia portavoce di una proposta di linee guida comuni sulla regolamentazioni delle lobby per tutti gli Stati membri. E' assurdo che i lobbisti siano regolamentati in un paese o vengano invece trattati come criminali in un altro”.

Gianluca Sgueo: luci e ombre del nuovo registro europeo per la trasparenza

Commenta così Gianluca Sgueo, direttore area istituzioni I-Com e ricercatore in globalizzazione e democrazia, università di Coimbra (Portogallo), “Ovviamente giudico l’iniziativa di Nencini in modo positivo: è apprezzabile che un’amministrazione faccia un passo avanti, dando notizia delle attività di un viceministro in un settore strategico per i rapporti con i soggetti privati. L’iniziativa, inoltre, è in linea con quella presa dalla nuova Commissione europea, che da gennaio si è impegnata a pubblicare gli appuntamenti sia dei commissari che dei capi di gabinetto. Non si tratta, quindi, di una regolamentazione nel settore delle lobby, ma dell’amministrazione stessa. La mia unica preoccupazione è che queste piccole iniziative possano parcellizzare il discorso. Si dovrebbe invece puntare a un obiettivo condiviso per il governo e per tutte le istituzioni”.

Sgueo passa poi a commentare la riforma del registro europeo per la trasparenza: “A partire dal 27 gennaio scorso è in vigore il cosiddetto registro di “seconda generazione”, che contiene e organizza meglio un maggior numero di informazioni. Da un lato esprimo un giudizio positivo: la Commissione sta facendo quel che ha promesso, dando più trasparenza agli incontri e facendo questo prima passo sul registro. Tuttavia, il termine “seconda generazione”, coniato dai comunicatori della Commissione, è forse troppo enfatico. Piuttosto, lo interpreterei come un segnale di un processo che non si ferma qui. Il nuovo registro non interviene sulla classificazione dei soggetti che si iscrivono. Ad esempio, pur essendo distinte dai business actors, le ONG vengono annoverate tra i soggetti pubblici. Pertanto, per chi vorrebbe analizzare i dati, la classificazione appare ancora confusionaria. Solo per fare un altro esempio pratico, un docente universitario è obbligato a iscriversi a nome dell’ateneo per cui lavora, anche se i suoi incontri potrebbero non riguardare affatto la sua attività accademica, ma motivi personali”.

Conclude Sgueo, autore, nel 2013, del libro "Lobby e Lobbismi": “In Europa le riforme sono caratterizzati da tempi piuttosto lunghi, ma di solito il risultato viene raggiunto. Il rischio, piuttosto, potrebbe essere quello di una cattiva gestione amministrativa. Non credo, comunque, che il registro obbligatorio sarà operativo nel brevissimo periodo, anche se quella è la direzione. In Italia, invece, nonostante il ddl in discussione al Senato, una legge sulle lobby non rappresenta la priorità politica di questo governo e quindi non ritengo che questo traguardo sia vicino”.

Intrighi del potere?

Nell’immaginario collettivo il settore delle lobbies non gode di grande popolarità. Nel film “Thank you for smoking”, i membri della M.D.M. (Mercanti Di Morte), cioè i rappresentanti del tabacco, dell’industria delle armi e dell'alcol, si riuniscono ogni settimana in un bar a raccontarsi le loro reciproche dis-avventure. Più recentemente hanno tenuto banco i torbidi legami di Frank Underwood (Kevin Spacey) con i lobbisti del gas naturale nella serie Tv House of Cards. Riuscirà la riforma europea a cambiare questa immagine poco edificante e a restituire dignità a questa categoria di fronte all'opinione pubblica?

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