15,5 miliardi al FSC 2017-27 dal Fondo complementare al Recovery

 

Mara Carfagna - Credit: Twitter @mara_carfagnaCon l'entrata in vigore della legge di conversione del decreto sul Fondo complementare al PNRR arrivano altri 15,5 miliardi per la nuova programmazione del Fondo sviluppo e coesione.

Il Fondo Complementare al Recovery è legge

Per accelerare la capacità di utilizzo delle risorse e di realizzazione degli investimenti del Piano nazionale di ripresa e resilienza, la legge 101-2021 incrementa infatti la dotazione del Fondo per lo sviluppo e la coesione 2021-2027, che la legge di Bilancio 2021 ha fissato a quota 50 miliardi di euro, con 15,5 miliardi di euro a valere sul Fondo complementare al PNRR.

Il provvedimento stabilisce anche la destinazione di una parte di queste risorse - per un totale di 700 milioni di euro - che saranno assegnate dal CIPESS, il Comitato interministeriale per la programmazione economica e lo sviluppo sostenibile, previo parere della Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano.

Alle risorse del Fondo sviluppo e coesione 2021-2027, così come ai fondi residui del FSC 2014-2020, si applicheranno le semplificazioni previste dal decreto Crescita del 2019, che il CIPESS ha recepito con la delibera n. 2-2021 pubblicata a giugno in Gazzetta ufficiale.

15,5 miliardi in più per il Fondo sviluppo e Coesione 2021-27

La legge di conversione del decreto sul Fondone stabilisce che i 15,5 miliardi destinati alla nuova programmazione FSC saranno assegnati in più annualità, in particolare:

  • 850 milioni di euro per l’anno 2022,
  • 1.000 milioni di euro per l’anno 2023,
  • 1.250 milioni di euro per l’anno 2024,
  • 2.850 milioni di euro per l’anno 2025,
  • 3.600 milioni di euro per l’anno 2026,
  • 2.280 milioni di euro per l’anno 2027,
  • 2.200 milioni di euro per l’anno 2028,
  • 600 milioni di euro per l’anno 2029,
  • 500 milioni di euro per l’anno 2030,
  • 370 milioni di euro per l’anno 2031.

Una quota del Fondo per lo sviluppo e la coesione 2021-2027, come rifinanziato dal Fondo complementare, andrà a investimenti in settori già definiti, per un totale di 700 milioni di euro. In particolare:

  • 35 milioni di euro per l’anno 2022, 45 milioni di euro per l’anno 2023 e 55 milioni di euro per l’anno 2024, per la realizzazione di un’unica Rete di interconnessione nazionale dell’istruzione che assicuri il coordinamento delle piattaforme, dei sistemi e dei dati tra scuole, uffici scolastici regionali e Ministero dell’istruzione, l’omogeneità nell’elaborazione e nella trasmissione dei dati, il corretto funzionamento della didattica digitale integrata e la realizzazione e gestione dei servizi connessi alle attività predette;
  • 20 milioni di euro per l’anno 2022 e 25 milioni di euro per ciascuno degli anni 2023 e 2024, per la costituzione di un polo energetico nel Mare Adriatico per riconvertire le piattaforme di estrazione del petrolio e del gas e realizzare un distretto marino integrato nell’ambito delle energie rinnovabili al largo delle coste di Ravenna, nel quale eolico offshore e fotovoltaico galleggiante producano energia elettrica in maniera integrata e siano, contemporaneamente, in grado di generare idrogeno verde tramite elettrolisi;
  • 35 milioni di euro per l’anno 2021, 70 milioni di euro per l’anno 2022 e 90 milioni di euro per ciascuno degli anni 2023 e 2024, in favore dei comuni con popolazione tra 50mila e 250mila abitanti e dei capoluoghi di provincia con meno di 50mila abitanti per investimenti finalizzati al risanamento urbano, nel rispetto degli obiettivi della transizione verde e della rigenerazione urbana sostenibile, nonché a favorire l’inclusione sociale;
  • 30 milioni di euro per l’anno 2022, 35 milioni di euro per l’anno 2023 e 50 milioni di euro per l’anno 2024, per investimenti per il miglioramento della qualità dell’aria, in considerazione del perdurare del superamento dei valori limite relativi alle polveri sottili (PM10) e dei valori limite relativi al biossido di azoto (NO2);
  • 5 milioni di euro per l’anno 2022 e 10 milioni di euro per ciascuno degli anni 2023 e 2024, per interventi prioritari di adeguamento e potenziamento di nodi e collegamenti ferroviari nel Sud Italia, anche per la valorizzazione dei siti di interesse turistico, storico e archeologico;
  • 10 milioni di euro per ciascuno degli anni 2022 e 2023 e 15 milioni di euro per l’anno 2024, per il rinnovo delle flotte navali private adibite all’attraversamento dello Stretto di Messina;
  • 5 milioni di euro per l’anno 2023 e 15 milioni di euro per l’anno 2024, per interventi infrastrutturali per evitare il sovraffollamento carcerario;
  • 15 milioni di euro per l’anno 2021, per investimenti per il passaggio a metodi di allevamento a stabulazione libera, estensivi, pascolivi, come l’allevamento all’aperto, l’allevamento con nutrizione ad erba (grass fed ) e quello biologico e per la transizione a sistemi senza gabbie.

In manovra i criteri di cofinanziamento dei fondi europei 2021-27. 50 miliardi al FSC

La delibera CIPESS 2-2021 sulla nuova gestione delle risorse FSC

La programmazione delle risorse del Fondo sviluppo e coesione 2021-27 sarà ancorata a un nuovo meccanismo di gestione, che era stato previsto dal decreto Crescita n. 34 del 2019 al fine di accelerare la spesa dei fondi FSC 2014-2020 ma che resterà valido anche per il nuovo ciclo.

Rispetto ai circa 64 miliardi stimati dal decreto Crescita, la ricognizione operata dall'Agenzia della coesione territoriale e dal Dipartimento per le politiche di coesione ha individuato risorse del ciclo 2014-2020 da assoggettare alla nuova gestione per oltre 79 miliardi di euro. Le disposizioni quadro sono state definite con la delibera CIPESS n. 2-2021, pubblicata il 16 giugno in Gazzetta ufficiale.

In pratica, alla pluralità degli attuali documenti programmatori di ciascuna Amministrazione centrale, Regione o Città metropolitana titolare di risorse a valere sul Fondo Sviluppo e Coesione (FSC) si sostituisce, ad opera dell'Agenzia per la coesione territoriale d’intesa con le amministrazioni interessate, unico Piano Operativo, o Piano di sviluppo e coesione, articolato in 12 aree tematiche:

  • ricerca e innovazione,
  • digitalizzazione,
  • competitività imprese,
  • energia,
  • ambiente e risorse naturali,
  • cultura,
  • trasporti e mobilità,
  • riqualificazione urbana,
  • lavoro e occupabilità,
  • sociale e salute,
  • istruzione e formazione,
  • capacità amministrativa.

Questi Piani di sviluppo e coesione (PSC) dovranno contenere, sulla base delle risorse assegnate e degli interventi risultanti nei sistemi nazionali di monitoraggio, una ricognizione degli strumenti di programmazione oggetto di riclassificazione, il quadro delle risorse relative ai diversi cicli di programmazione e la loro articolazione sulla base delle aree tematiche, con evidenza delle risorse assegnate ai Contratti istituzionali di sviluppo, di quelle destinate a specifici interventi tramite disposizioni di legge e di quelle che costituiscono sezioni speciali del PSC.

Per ciascun Piano è prevista un'Autorità responsabile, cui spettano il coordinamento e la gestione complessiva del PSC, così come i controlli sulla spesa e il monitoraggio degli interventi.

Per approfondire: Decreto Crescita – semplificazioni per risorse Fondo Sviluppo e Coesione

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