Cosa prevede il progetto preliminare del nuovo Codice Appalti?

 

Foto di Ylanite KoppensIl Consiglio dei ministri ha approvato, in esame preliminare, il Decreto legislativo di riforma del Codice dei contratti pubblici, su cui in questi mesi ha lavorato il Consiglio di Stato. La palla passa ora al Parlamento, tenendo in considerazione la deadline del 31 marzo 2023, fissata dal PNRR.

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Prosegue in questo modo l’iter di approvazione di una delle partite PNRR più attese: la riforma del Codice appalti. L’ultimo passaggio formale della vicenda si era registrato a fine ottobre, a cavallo del cambio di governo, con la consegna a Palazzo Chigi dello schema di Decreto legislativo del nuovo Codice Appalti da parte del Consiglio di Stato, l'istituzione incaricata da Mario Draghi di redigere il testo.

Il lavoro era stato svolto all’interno dei tempi previsti, che però erano coincisi con le elezioni. Pertanto il dossier preparato dal Consiglio di Stato è approdato sulla scrivania del nuovo ministro alle infrastrutture, Matteo Salvini, che nelle scorse settimane ha modificato il testo, anche sulla base degli incontri fatti a Porta Pia con gli stakeholder.

Il risultato è dunque un decreto legislativo di 229 articoli, approvato dal Consiglio dei ministri in fase preliminare il 16 dicembre. 

Cosa prevede la riforma del nuovo Codice appalti 2022?

Come spiega una nota del Governo, “il nuovo Codice muove da due principi cardine, stabiliti nei primi due articoli: 

  • il "principio del risultato", inteso come l’interesse pubblico primario del Codice stesso, che riguarda l’affidamento del contratto e la sua esecuzione con la massima tempestività e il migliore rapporto tra qualità e prezzo nel rispetto dei principi di legalità, trasparenza e concorrenza; 
  • il “principio della fiducia” nell’azione legittima, trasparente e corretta della pubblica amministrazione, dei suoi funzionari e degli operatori economici”.

In tale contesto, si sviluppa il testo del nuovo Codice appalti che, rispetto al passato, reca alcune significative novità. 

Codice appalti 2022: ritorna l’appalto integrato

Una delle novità principali è senza dubbio la reintroduzione della possibilità di appalto integrato “senza i divieti previsti dal vecchio Codice. Il contratto potrà quindi avere come oggetto la progettazione esecutiva e l’esecuzione dei lavori sulla base di un progetto di fattibilità tecnico-economica approvato”, spiegano dal governo. “In questo modo i Comuni piccoli e medi potranno avvalersi di uno strumento che consente la redazione dei progetti da parte dell’impresa”, sottolineano dal MIT, con l’unica eccezione rappresentata dai lavori di manutenzione ordinaria.

Codice appalti 2022: la programmazione di infrastrutture prioritarie

Altra previsione degna di nota è la messa a punto di un sistema di programmazione delle opere strategiche con il coinvolgimento diretto delle Regioni. “Le opere con indici di concreta realizzabilità e sostenibilità finanziaria saranno inserite direttamente nel DEF”, spiegano infatti dal MIT.

Ma non solo. Per favorire la realizzazione delle opere prioritarie, il governo sottolinea come siano stati previsti anche:

  • la riduzione dei termini per la progettazione; 
  • l’istituzione da parte del Consiglio superiore dei lavori pubblici di un comitato speciale appositamente dedicato all’esame di tali progetti; 
  • un meccanismo di superamento del dissenso qualificato nella conferenza di servizi mediante l’approvazione con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri; 
  • la valutazione in parallelo dell’interesse archeologico.

Codice appalti 2022: forte impulso alla digitalizzazione 

Grande enfasi anche sulla digitalizzazione, che viene prevista sull’intero ciclo di vita dell’appalto

“Si definisce un “ecosistema nazionale di approvvigionamento digitale”, spiegano infatti dal governo, “i cui pilastri si individuano nella Banca dati nazionale dei contratti pubblici, nel fascicolo virtuale dell’operatore economico, appena reso operativo dall’ANAC”, nelle piattaforme di approvvigionamento digitale, nell’utilizzo di procedure automatizzate nel ciclo di vita dei contratti pubblici”.

Previsti inoltre:

  • Una digitalizzazione integrale in materia di accesso agli atti, in linea con lo svolgimento in modalità digitale delle procedure di affidamento e di esecuzione dei contratti pubblici;
  • Il riconoscimento a tutti i cittadini della possibilità di richiedere la documentazione di gara, nei limiti consentiti dall’ordinamento vigente, attraverso l’istituto dell’accesso civico generalizzato.

Codice appalti 2022: le procedure sotto soglia 

Novità in arrivo anche sul fronte delle procedure sotto la soglia europea. Il decreto legislativo, infatti, prevede la stabile adozione delle soglie previste dal decreto Semplificazioni (DL 76-2020) per l’affidamento diretto e per le procedure negoziate.

Previste alcune eccezioni, “con applicazione delle procedure ordinarie previste per il sopra-soglia, per l’affidamento dei contratti che presentino interesse transfrontaliero certo”, spiegano dal Governo. 

Al contempo viene però stabilito “il principio di rotazione secondo cui, in caso di procedura negoziata, è vietato procedere direttamente all’assegnazione di un appalto nei confronti del contraente uscente”. Inoltre, prosegue la nota governativa, “in tutti gli affidamenti di contratti sotto-soglia sono esclusi i termini dilatori, sia di natura procedimentale che processuale”.

Il subappalto nel nuovo Codice appalti 2022

Il testo approvato in CdM il 16 dicembre reca anche alcune novità in materia di subappalto. 

Viene infatti introdotto il cosiddetto subappalto a cascata, cioè la possibilità per i subappaltatori di subappaltare ulteriormente”. Tale subappalto, specificano però dal governo, viene adeguato ”alla normativa e alla giurisprudenza europea attraverso la previsione di criteri di valutazione discrezionale da parte della stazione appaltante, da esercitarsi caso per caso”.

Codice appalti 2022: general contractor e PPP

Il nuovo Codice appalti punta inoltre a reintrodurre la figura del “general contractor”, che era stata cancellata dal vecchio Codice. Si tratta - ricorda la nota del Governo - di contratti con cui l’operatore economico “è tenuto a perseguire un risultato amministrativo mediante le prestazioni professionali e specialistiche previste, in cambio di un corrispettivo determinato in relazione al risultato ottenuto e alla attività normalmente necessaria per ottenerlo”. 

Novità anche in materia di partenariato pubblico-privato (PPP), per il quale viene semplificato il quadro normativo, al fine di rendere più agevole la partecipazione degli investitori istituzionali alle gare per l’affidamento di progetti di PPP. 

In tale contesto, il governo spiega anche che vengono previste “ulteriori garanzie a favore dei finanziatori dei contratti” e che viene confermato il diritto di prelazione per il promotore.

Codice appalti 2022: le concessioni

Altro tema delicato è quello delle concessioni senza gara. Su questo fronte il nuovo Codice appalti prevede che, “per i concessionari scelti senza gara, si stabilisce l’obbligo di appaltare a terzi una parte compresa tra il 50 e il 60 per cento dei lavori, dei servizi e delle forniture”, si legge nella nota del Governo. 

Tale obbligo - specificano però da Palazzo Chigi - non vale per i settori speciali (ferrovie, aeroporti, gas, luce).

Il meccanismo di revisione dei prezzi nel Codice appalti 2022

Alcune delle novità previste dal nuovo Codice Appalti sono, poi, il frutto anche delle contingenze storiche del momento.

Tra queste rientra la disposizione sulla revisione dei prezzi. Il nuovo Codice appalti, infatti, prevede l’obbligo di inserimento delle clausole di revisione prezzi al verificarsi di una variazione del costo superiore alla soglia del 5%, con il riconoscimento in favore dell’impresa dell’80% del maggior costo.

Codice appalti 2022: come superare la paura della firma

Al fine di arginare la cosiddetta “paura della firma” che in questi anni ha ingessato notevolmente la macchina degli appalti, il nuovo Codice ha “stabilito che, ai fini della responsabilità amministrativa, non costituisce “colpa grave” la violazione o l’omissione determinata dal riferimento a indirizzi giurisprudenziali prevalenti o a pareri delle autorità competenti”.

L'intervento sulla responsabilità amministrativa non è però la sola novità in materia di governance, Il nuovo Codice appalti, infatti, prevede anche un “riordino delle competenze dell’ANAC, in attuazione del criterio contenuto nella legge delega, con un rafforzamento delle funzioni di vigilanza e sanzionatorie. Si superano le linee guida adottate dall’Autorità, attraverso l’integrazione nel Codice della disciplina di attuazione”, spiegano dal governo.

Sono infine previste novità anche in merito ai procedimenti dinanzi alla giustizia amministrativa. In questi casi, infatti, “si prevede che il giudice conosca anche delle azioni risarcitorie e di quelle di rivalsa proposte dalla stazione appaltante nei confronti dell’operatore economico che, con un comportamento illecito, ha concorso a determinare un esito della gara illegittimo. Si applica l’arbitrato anche alle controversie relative ai “contratti” in cui siano coinvolti tali operatori”.

Foto di Ylanite Koppens

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