Il governo approva la finanziaria triennale da 3,4 miliardi

 
Tremonti
Una dieta leggera da quasi tre miliardi di euro fino al 2012, nel solco della continuità con il passato, ispirata al realismo e non all’ottimismo, per dirla con Giulio Tremonti, secondo il quale “senza negare la crisi, andiamo meglio degli altri paesi”. Archiviata la finanziaria “old fashoned”, quella nuova non è più un mix tra legge di bilancio e interventi di economia. A partire dalla scorso anno, infatti, le manovre economiche passano per l’emanazione di decreti nel corso dell’anno. La vecchia finanziaria lascia quindi il posto a una fotografia “in tre articoli” del bilancio dello Stato, la quadratura per gli anni a venire.

Come spiegato dal premier Silvio Berlusconi all’inizio della conferenza stampa, non sono previste modifiche per il biennio 2010-2011. Nessun “assalto alla diligenza” per una finanziaria che, negli intenti dell’esecutivo, non dovrebbe far lievitare il debito pubblico, che quest’anno si attesterà al 115,1% e nel 2010 raggiungerà il picco del 117,3% (stima migliore rispetto al 118,2% previsto del Dpef ).

Ad approvare la legge, questa mattina, sono stati prima il Cipe e poi il Consiglio dei ministri. Il governo punta ad utilizzare le entrate derivanti dal rimpatrio dei capitali e dalla lotta all’evasione per l'università e la ricerca, per il 5 per mille, il lavoro, le missioni all'estero ed altre voci ineliminabili. Le risorse per gli ammortizzatori sociali che non saranno utilizzate rimarranno nel comparto del lavoro.  E sempre su questo fronte il ministro Maurizio Sacconi ha dichiarato che “sono stati spesi solo 1,5 miliardi sugli 8 stanziati” per gli ammortizzatori sociali e “ne saranno spesi e impegnati un altro mezzo miliardo”. Soddisfazione è stata espressa dal governo sull’impatto contenuto della crisi sugli occupati. Sacconi ricorda infatti che il nostro tasso di disoccupazione si attesta al 7,4%, a fronte del dato medio dell’eurozona al 9,5%.

Critico Guglielmo Epifani, segretario generale Cgil, a seguito dell’incontro tra governo e parti sociali di lunedì: “Non si fa quello che è necessario per sostenere l’economia. Abbiamo toccato il fondo e questo sarebbe il momento per risalire. Non risulta nessun intervento fiscale nei confronti dei dipendenti e dei pensionati. E’ una manovra che fa molto poco sia nei numeri assoluti che in termini di qualità”. In effetti il ministro Tremonti ha dichiarato in conferenza stampa che “sul rinnovo dei contratti non c’è la cifra assoluta”. Nel 2010 si stanziano 350 milioni per i contratti a carico dello Stato e 343 per il settore non statale, ma per gli anni successivi i numeri ancora non sono stati definiti.

Secondo il numero uno della Cisl Raffaele Bonanni, “gli investimenti oggi non hanno una velocità sufficiente”. In particolare il segretario della Cisl ha indicato come un problema il fatto che "siano stati nominati 30 commissari per la realizzazione delle opere pubbliche ma i loro nomi non sono stati resi noti". Quanto al tema dell'energia il segretario della Cisl Bonanni ha ribadito: "Siamo per l'energia alternativa, non contro il nucleare, ma per il nucleare di quarta generazione, nel frattempo bisogna investire nel fotovoltaico, nell'eolico, nelle biomasse e nel risparmio energetico”.

“Il giudizio sulla finanziaria rimane sospeso” è l’analisi di Vincenzo Sannino, giornalista dell’agenzia di stampa Apcom.  “Non ci saranno risorse fresche per il rinnovo dei contratti del pubblico impiego, tranne che per la vecchia indennità di vacanza contrattuale del primo anno. Inoltre le risorse sono troppo legate all’efficacia dello scudo fiscale. Se da un lato non si può dare completamente ragione alla Cgil, neppure l’entusiasmo del governo può essere condiviso. Continua il reporter dell’Apcom: “Permangono delle perplessità sulle risorse che possono essere reperite attraverso lo scudo fiscale, che rischia di premiare gli evasori fiscali. Si spera inoltre che possano essere confermati i buoni propositi del ministro Tremonti riguardo alla proroga della detassazione di secondo livello. Anche in questo caso sorgono dei dubbi, in quando il costo dell’operazione, secondo le stime dei sindacati, si aggira intorno al miliardo di euro e la finanziaria difficilmente riuscirebbe a coprirli”.

Per quanto riguarda i rapporti tra Confindustria e Cgil, secondo Sannino “ancora non si può dire se sia davvero cominciato il disgelo. Il contratto degli alimentaristi sottoscritto dalla Cgil rappresenta un passo avanti perché le aziende per la prima volta hanno ceduto sulla territorialità. Dire se questo contratto possa o meno fare da apripista è complicato. Ad esempio nel caso dei metalmeccanici non c’è nessun margine per la territorialità. Un rapporto sinergico tra l’organizzazione rappresentativa delle imprese e la Confederazione generale dei lavoratori risulta lontano: i punti comuni sono ancora troppo pochi”.

Dopo l’approvazione della finanziaria come si preannuncia questo autunno nei rapporti tra governo e parti sociali? “Tiepido – prosegue Sannino – si confermano le critiche della Cgil all’impostazione della manovra: l’anno scorso erano preoccupati ed ora lo sono ancora di più. Ma se le critiche della Cgil appaiono scontate, non lo sono affatto quelle di Cisl e Uil. La prima infatti aveva insistito soprattutto sulla detassazione del premio di produttività, mentre la seconda chiedeva sgravi per pensionati e dipendenti. Operazioni che costano, sulle quali non hanno ancora ricevuto risposte. Fattori che lascerebbero presagire un lento ritorno all’unità sindacale”
(Alessandra Flora)

IL COMUNICATO STAMPA DI PALAZZO CHIGI

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