Reddito di cittadinanza: si torna nei centri per l’impiego

Reddito di cittadinanza: cosa cambia dal 18 luglio 2020Da questa settimana tornano in vigore tutti gli obblighi previsti per chi percepisce il reddito di cittadinanza e che erano stati sospesi per quattro mesi a causa del Covid.

> Cosa prevede il decreto Rilancio

Per evitare i rischi contagio e ridurre gli spostamenti delle persone, prima il Cura Italia e poi il dl Rilancio hanno congelato per quattro mesi alcuni degli obblighi previsti per il reddito di cittadinanza (RDC), garantendo comunque l’accredito del sussidio.

Cosa ha previsto il dl Rilancio per il reddito di cittadinanza?

In particolare all’articolo 76, il decreto ha esteso di altri due mesi - per un totale quindi di quattro mesi complessivi - le c.d. “misure di condizionalità” previste per il reddito di cittadinanza, fermo restando però l’accredito dell’assegno.

Per quattro mesi, dunque, chi percepisce il RDC ha potuto evitare alcuni obblighi, come ad esempio:

  • Quelli relativi alla formazione e all’orientamento, se comportavano spostamenti;
  • Quelli connessi al c.d. “collocamento obbligatorio”, a meno che il nuovo lavoro non fosse nel comune in cui si vive;
  • Quelli relativi ai termini per le convocazioni da parte dei centri per l’impiego per la partecipazione alle iniziative di orientamento previste nel Patto di servizio personalizzato (stipulato con i centri per l’impiego allo scopo di confermare lo stato di disoccupazione del soggetto, al mantenimento del quale è subordinata la fruizione di determinati benefici).

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Dal 18 luglio torna l’obbligo di cercare lavoro

I quattro mesi di “sospensione” di molte delle regole previste dal reddito di cittadinanza, sono scaduti il 18 luglio. Da questa settimana, quindi, torna l’obbligo per i percettori del reddito di cittadinanza di rispettare tutte le prescrizioni previste, se non si vuole rischiare di perdere il sussidio.

Parliamo di attività come la registrazione sul portale MyAnpal, ma anche l’obbligo di: partecipare alle attività individuate nel Patto per il lavoro, cercare attivamente lavoro, sostenere colloqui psicoattitudinali oppure finalizzati all’assunzione, così come quello di accettare almeno una delle tre offerte di lavoro definite congrue.

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