Sarkozy e Merkel: finita l'era dei bonus ai banchieri e ai trader

Parigi, L'Eliseo - foto di Alessandra FloraIl rientro della vacanza dei manager bancari potrebbe essere offuscato dal nuovo raid con cui i politici mondiali li stanno per accogliere. Negli ultimi tempi, come se la crisi fosse ormai archiviata, stavano rispuntando voci di bonus d’oro da elargire nuovamente ai banchieri e ai promotori finanziari. Ma della crisi non sembrano essersi dimenticati i leader che si incontreranno al prossimo vertice G20 a Pittsburg il 24 e il 25 settembre.

Sembra infatti che, al centro dell’agenda del summit, ci sia proprio la questione della remunerazione del settore finanziario, accusato di essere all’origine della crisi finanziaria. Prima ancora di convocare il Consiglio dei ministri, Nicolas Sarkozy ha ricevuto all’Eliseo i manager delle principali banche e degli istituti assicurativi. Lapidario il commento del presidente della Repubblica Francese: “I bonus saranno un argomento primario del summit perché è irritanti che alcune banche stiano continuando a fornirli esattamente come in passato”.

Gli fa da sponda il cancelliere tedesco Angela Merkel, con cui la sintonia è sempre più forte e che alla vigilia delle elezioni politiche di fine settembre riapre la questione molto popolare anche nel suo paese. Proprio oggi, 31 agosto, Merkel, secondo la quale i bonus incoraggerebbero un’eccessiva propensione ai rischi, riceverà Sarkozy a Berlino per pianificare le strategie da adottare a Pittsburg.

Questo il piano di Sarkò: rinviare almeno la metà dei bonus di un anno e pagarli nei tre anni successivi, in base alle performance svolte dai manager. Di fronte gli oppositori non cede: “Non vedo perché la questione possa rappresentare un tabù a Pittsburg”  ha affermato monsieur le Président, invocando una riforma del sistema globale di governance. Berlino, dal canto suo, non ha ancora fatto sapere in che modo intende limitare i bonus, ma è interessata alla proposta francese. In entrambi i paesi cresce la convinzione che a innescare la crisi sia siano stati questi pacchetti compensativi delle banche, che mirano a massimizzare i profitti a breve termine a discapito della solidità del lungo periodo.

C’è chi va oltre. E’ curioso che la proposta di una più stringente regolamentazione a livello internazionale stia prendendo piede nella City, da sempre contraria ad ogni tipo di controllo. Adair Turner, capo della FSA (Financial Service Authority), l’organo di vigilanza finanziario inglese, avvalla l’ipotesi di una nuova tassa globale sulle transazioni sottolineando che “il settore bancario gonfiato, pagando salari eccessivi è cresciuto troppo per la nostra società”. Secondo Turner la questione dei bonus è solo la punta dell’iceberg e che sarebbe meglio prendere misure più drastiche per ridimensionare il settore. Quella che Turner propone per le transazioni nn è altro che la Tobin Tax, da sempre osteggiata dall’industria finanziaria, da affiancare a più elevati requisiti di capitale per le banche. Lord Turner infine non nasconde le sue preoccupazioni riguardo al un ritorno del “business as usual” nella City.

(Alessandra Flora)

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