Francia: Sarkozy nomina un Controllore per gli stipendi dei banchieri

Parigi, la Bourse - foto di Alessandra FloraIn attesa del verdetto mondiale di Pittsburg sulla questione dei bonus ai trader e ai banchieri, Nicolas Sarkozy procede in autonomia sulla strada del rigore con l’investitura ufficiale di un “controllore” delle retribuzioni, che tanto hanno fatto indignare i francesi. Una sicurezza alimentata dal fatto che, diversamente dai suoi colleghi Merkel e Brown, il leader francese non deve affrontare le forche caudine elettorali. Un problema che invece nel nostro paese non ha destato particolare indignazione.

Il delicato incarico è stato affidato all’ex direttore generale del Fondo Monetario Internazionale, Michel Camdessus, che il presidente della Repubblica Francese aveva già designato informalmente lo scorso 25 agosto, durante la riunione-lampo all’Eliseo con i direttori dei principali gruppi bancari. In sintesi, per un periodo limitato nel tempo, Camdessus dovrà fare i conti in tasca ai professionisti del mercato.

Nello specifico – ha spiegato il ministro dell’Economia Christine Lagarde – il controllore passerà al setaccio le prime 100 remunerazioni dei sei maggiori istituti di credito: BNP Paribas, Société Générale, Crédit Agricole, BPCE, Crédit Mutuel et Dexia. Camdessus dovrà verificare il rispetto delle regole nazionali ed internazionali e la “compatibilità” dei compensi con l’interesse dello Stato”, ma non agirà direttamente: in caso di irregolarità dovrà riferire alla Commissione bancaria, l’organo regolatore che fa capo alla Banca di Francia, l’unica a poter comminare eventuali sanzioni. Il controllore potrà anche esporre le sue ragioni ai consigli di amministrazione delle singole banche.

Il mandato di Camdessus si concluderà a fine anno, quando le banche avranno rimborsato fino all’ultimo euro degli aiuti di stato ricevuti. Solo allora il controllore potrà presentare al ministro Lagarde un rapporto completo. I contorni di questa nuova funzione potrebbero mutare qualora fossero prese delle scelte a livello internazionale nel corso del G20 negli Stati Uniti, il 24 e il 25 ottobre prossimi. “Spero vivamente – ha affermato Lagarde – che i principi di inquadramento e di un freno ai bonus possano essere accolti”.

Le conclusioni dell’ultimo summit dei ministri delle finanze di Londra tuttavia non fanno presagire un accordo in tal senso. Il problema dei bonus potrebbe restare quindi un affare di famiglia da gestire “in casa”. Un chiarimento dovrebbe arrivare dal meeting informale dei capi di Stato e di Governo previsto per il prossimo 17 ottobre a Bruxelles, che servirà a definire la posizione europea.

(Alessandra Flora) 

Questo sito web utilizza i cookie! Acconsenti ai nostri cookie, se continui ad utilizzare questo sito web.