Tony Blair vuole diventare presidente del Consiglio Europeo

Tony Blair - fonte: Gov UkCon  Tony Blair presidente del Consiglio Europeo, il Vecchio Continente avrebbe le carte in regola per competere realmente con la Cina e gli Stati Uniti sullo scacchiere mondiale. A promuovere con forza la nomina dell’ex premier inglese è l’attuale segretario di Stato per gli Affari Esteri, David Miliband, che di Blair fu ministro dell’Ambiente a partire dal 2006. I sostenitori di Blair hanno infatti intrapreso un’intensa campagna in patria per dimostrare i benefici legati alla sua nomina.
Nonostante il suo spiccato “europeismo”, Miliband ha confermato ai microfoni della Bbc di non essere interessato al posto di Alto Rappresentate per gli Affari Esteri - che verrà istituito non appena il trattato di Lisbona sarà ratificato - e ha anzi espresso tutto il suo sostegno alla candidatura di Tony Blair a presidente della Ue.

Nel frattempo è arrivato anche l’endorsement italiano. Il ministro degli Esteri, Franco Frattini, ha apprezzato l'eventuale candidatura di Tony Blair alla presidenza stabile della Ue, ma allo stesso tempo ha sottolineato che per questa nuova carica, prevista nel trattato di Lisbona, serve il consenso di tutti e ventisette gli stati membri della Ue.

E’ proprio questo il problema: gli stati membri più piccoli sarebbero invece favorevoli a un leader diverso, low-profile. In patria, poi, la nomina di Blair è osteggiata prima di tutto dai suoi avversari, gli euroscettici Conservatori. Non a caso la cancelliera tedesca Angela Merkel promuoverebbe la candidatura di Blair proprio per bilanciare un futuro governo inglese conservatore, qualora i Tory si aggiudicassero le elezioni politiche in programma per il 2010. La nomina di Blair, oltre che da Miliband, è auspicata anche dall’attuale primo ministro Gordon Brown. Con Blair alla guida dell’Europa la scarsa popolarità dei Laburisti ne gioverebbe, accrescendo le speranze del partito di tornare a Downing Street.

Il conservatore Mark Francois ha infatti replicato: “Gli inglesi non amano il trattato di Lisbona: se fosse utilizzato come contropartita per l’elezione di Blair a presidente dell’Unione Europea, è evidente che il trattato perderebbe la sua legittimazione democratica”.

Della candidatura di Blair si parla ormai da mesi, ma solo ora sta diventando verosimile.  Come punto a sfavore, i lettori più scettici del Times hanno sottolineato il feeling tra l’ex premier inglese e George W. Bush, un’intesa che ha inesorabilmente condizionato le scelte militari in Iraq e in Afghanistan. Infine i sostenitori di Blair sarebbero favorevoli all’ingresso della Turchia nell’Unione Europea. Su questo punto sarà molto difficile convincere un osso duro come Nicolas Sarkozy.

Ad oggi non è ancora emerso un avversario all'altezza dell'incarico, ma non è escluso che il vero candidato possa saltare fuori al momento giusto.
(Alessandra Flora)

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