Assegno unico, finito il reddito di cittadinanza serve una nuova domanda
Con lo stop del Reddito di cittadinanza e la scadenza delle sette mensilità di fruizione per alcune categorie di percettori, il sussidio di povertà e l’Assegno unico non saranno più erogati insieme. I nuclei familiari che hanno diritto a ricevere il contributo per i figli a carico dovranno presentare una nuova domanda autonoma.
Addio al Reddito di cittadinanza: arriva il nuovo Assegno di Inclusione
Entrato in vigore il 1° marzo 2022, l'assegno unico universale - istituito dal decreto legislativo n. 230/2021 approdato in Gazzetta Ufficiale il 30 dicembre - è un sostegno economico alle famiglie attribuito per ogni figlio a carico fino al compimento dei 21 anni e senza limiti di età per i figli disabili.
Dopo i chiarimenti in merito alle maggiorazioni sugli importi dell'agevolazione, l'INPS ha fornito ulteriori dettagli in merito alla disciplina transitoria per la fruizione del Reddito di cittadinanza fino alla fine dell’anno, con un focus particolare sugli effetti relativi all’erogazione dell’assegno unico per i figli a carico.
In particolare, le famiglie che attualmente ricevono sia il RdC che l’assegno unico dovranno presentare una nuova domanda autonoma allo scadere del termine di godimento del sussidio di povertà, ossia dopo i sette mesi di fruizione dell'aiuto per alcune categorie di soggetti e comunque dopo il 31 dicembre 2023.
Dai requisiti per richiederlo alle tempistiche per presentare le domande d'aiuto, facciamo il punto sullo strumento di welfare per le famiglie italiane.
Assegno unico per i figli
- Come funziona l'assegno unico figli?
- Assegno unico 2023, le maggiorazioni in Manovra
- I chiarimenti sull'assegno unico universale figli
- Sostegni ter, detrazioni IRPEF anche con assegno unico figli 2022
- Decreto Semplificazioni, maggiorazioni per i figli disabili
Come funziona l'assegno unico figli?
L'assegno unico per i figli, che rappresenta il tassello più importante del Family Act, è concepito come 'universale' in quanto consiste in una quota mensile riconosciuta ai nuclei familiari sulla base dell’indicatore della situazione economica equivalente (ISEE), per ciascun figlio dal settimo mese di gravidanza e fino a 21 anni.
In presenza di figli maggiorenni l'assegno è concesso a patto che i ragazzi studino, facciano tirocini con reddito inferiore agli 8mila euro, siano disoccupati e in cerca di un lavoro presso i servizi pubblici per l’impiego o impegnati nel servizio civile universale. Non è previsto un limite di età, invece, per i figli disabili, ma solo un importo differenziato in base al grado di autosufficienza.
Ricordiamo che l'assegno unico universale rappresenta l'evoluzione dell'assegno temporaneo per i figli, noto anche come assegno 'ponte', che aveva validità di sei mesi, da luglio a dicembre del 2021, ed era rivolto ad una platea ridotta di beneficiari (lavoratori autonomi, professionisti, partite Iva, disoccupati senza indennità e tutti coloro senza un reddito familiare prevalente da lavoro dipendente o assimilati).
Importi parametrati all'ISEE
Gli importi dell'assegno sono parametrati all’indicatore della situazione economica equivalente (ISEE). Inizialmente, i due limiti erano sotto i 15mila euro di ISEE per avere il massimo dei benefici e sopra i 40mila per avere comunque almeno il minimo. A seguito della rimodulazione legata all'andamento dell'inflazione, prevista dalla norma istitutiva della misura, questi due parametri sono stati modificati a partire da febbraio 2023: il primo è salito a 16.215 euro, il secondo a 43.240 euro di ISEE.
Tuttavia, produrre l’ISEE non è obbligatorio: in mancanza si ha diritto, comunque, all’importo minimo. Nessuna famiglia, se vorrà, resterà quindi fuori dal contributo che va dai 54,1 ai 189,2 euro al mese (e non più dai 50 ai 175 euro grazie all'adeguamento degli importi legato al carovita).
Sono previste una serie di maggiorazioni nelle ipotesi di nuclei numerosi (per i figli successivi al secondo), madri di età inferiore a 21 anni, nuclei con quattro o più figli, genitori entrambi titolari di reddito da lavoro, figli affetti da disabilità.
Sul sito dell’Inps è disponibile la "Simulazione Importo Assegno Unico", che permette di calcolare l’importo mensile del nuovo sostegno. Lo strumento è accessibile liberamente ed è consultabile da qualunque dispositivo mobile o fisso. Non sono, infatti, richieste credenziali per il suo utilizzo.
Le famiglie che hanno rinnovato l'ISEE entro il 28 febbraio scorso possono continuare a fruire del contributo spettante. In caso contrario, a partire dalla mensilità di marzo, viene erogata solamente la quota minima per ciascun figlio a carico.
Inoltre, chi ha aggiornato il valore ISEE entro il 30 giugno 2023 può ottenere gli importi arretrati ricalcolati in base al parametro dal mese di marzo, mentre coloro che lo faranno dopo questa scadenza riceveranno le somme modulate sulla base dell’ISEE al momento della presentazione della Domanda Sostitutiva Unica.
Quando e come presentare le domande
L’INPS, con la circolare n. 132/2022, ha stabilito che chi presenta la domanda per l’assegno unico entro il 28 febbraio 2023, che non sia decaduta o non sia stata respinta, revocata o oggetto di rinuncia, non ha necessità di ripresentarla per continuare a fruire della prestazione per tutto l’anno in corso.
Tuttavia, i richiedenti devono comunicare ogni eventuale variazione nelle informazioni presenti nella vecchia domanda e aggiornare l’ISEE per poter usufruire dell’importo completo.
Successivamente, con la circolare n. 2632/2023, l'Istituto ha fornito dei chiarimenti per i nuclei familiari percettori di AUU e Reddito di cittadinanza. Nello specifico, per continuare a ricevere l’assegno unico con continuità, e quindi senza alcuna interruzione, le famiglie dovranno presentare una nuova domanda autonoma entro l’ultimo giorno del mese di competenza del RdC.
La richiesta per l'assegno unico può essere inviata con modalità telematica tramite il sito INPS, presso gli istituti di patronato o i contact center dell'Istituto.
A queste modalità, si aggiunge anche il servizio di richiesta tramite l'applicazione 'INPS Mobile' per smartphone e tablet. Dopo aver installato l’app e selezionato dalla homepage la voce "Assegno unico e universale per i figli a carico", l’utente, previo accesso mediante SPID oppure CIE può presentare una nuova domanda e/o consultare lo stato di una domanda già presentata. Senza autenticazione è possibile accedere solo alla funzione di "Simulazione Importo Assegno Unico".
La domanda va inoltrata una sola volta, deve riguardare tutti i figli, integrandola in caso di nascite e tenendo presente che l’assegno unico spetta a partire dal settimo mese di gravidanza.
Chi può fare domanda di assegno unico?
Possono presentare domanda di assegno unico i soggetti che, oltre ad avere un figlio a carico, devono rispettare i seguenti requisiti, indicati nel decreto legislativo n. 230/2021:
- in alternativa tra loro:
- essere cittadino italiano;
- essere cittadino di uno Stato membro dell’Unione europea o suo familiare, titolari del diritto di soggiorno o del diritto di soggiorno permanente ovvero i titolari di carta di soggiorno o carta di soggiorno permanente;
- essere titolare del diritto di soggiorno o del diritto di soggiorno permanente;
- essere cittadino di uno Stato non appartenente all’Unione europea in possesso del permesso di soggiorno UE per soggiornanti di lungo periodo;
- essere titolare di permesso unico di lavoro autorizzato a svolgere un’attività lavorativa per un periodo superiore a sei mesi o titolare di permesso di soggiorno per motivi di ricerca autorizzato a soggiornare in Italia per un periodo superiore a sei mesi; - essere soggetto al pagamento dell’imposta sul reddito in Italia;
- essere residente e domiciliato in Italia;
- essere o essere stato residente in Italia per almeno due anni, anche non continuativi, o anche essere titolare di un contratto di lavoro a tempo indeterminato o a tempo determinato di durata almeno semestrale.
Successivamente, l’INPS ha incluso - con la circolare del 23 febbraio 2022 - tra i potenziali beneficiari della misura anche:
- gli stranieri apolidi, rifugiati politici o titolari di protezione internazionale equiparati ai cittadini italiani;
- i titolari di Carta blu, “lavoratori altamente qualificati”;
- i lavoratori di Marocco, Algeria e Tunisia per i quali gli accordi euromediterranei tra l’Unione europea e tali Paesi prevedono il generale diritto alla parità di trattamento con i cittadini europei;
- i lavoratori autonomi titolari di permesso di cui all’articolo 26 del Testo Unico delle disposizioni concernenti la disciplina dell’immigrazione e norme sulla condizione dello straniero, dal momento che la norma non fa differenza con il lavoro dipendente.
Il sostegno economico alla genitorialità, inoltre, spetta anche ai familiari extra UE di cittadini stranieri che siano titolari di un permesso di soggiorno per ricongiungimento al familiare.
Dal momento che l’INPS ha ricevuto diverse richieste di chiarimento sui permessi di soggiorno validi per la domanda di accesso all’assegno unico, con il messaggio del 25 luglio 2022, l’Istituto ha integrato le indicazioni in merito al tema. L'Istituto ha specificato che ci sono anche altre tipologie di documenti che permettono ai cittadini stranieri di richiedere i benefici economici e sono quelli rilasciati per le seguenti cause:
- lavoro subordinato di durata almeno semestrale;
- lavoro stagionale di durata almeno semestrale;
- assistenza minori rilasciati ai familiari per gravi motivi connessi con lo sviluppo psicofisico e tenuto conto dell’età e delle condizioni di salute del minore che si trova nel territorio italiano;
- protezione speciale in caso di pericoli di persecuzione o tortura per chi rientra nel Paese di origine;
- casi speciali relativi a soggetti nei cui confronti siano state accertate situazioni di violenza o di grave sfruttamento.
Sono esclusi, invece, dalla platea dei beneficiari i titolari dei seguenti permessi: attesa occupazione; tirocinio e formazione professionale; studio; studenti, tirocinanti, alunni; residenza elettiva; visite, affari, turismo.
L'assegno andrà al genitore che fa la domanda o "a richiesta anche successiva, in pari misura" tra i genitori. In caso di affidamento esclusivo "l'assegno spetta, in mancanza di accordo, al genitore affidatario. Nel caso di nomina di un tutore, l'assegno è riconosciuto nell'interesse esclusivo del tutelato". La domanda può essere presentata anche dai figli, una volta diventati maggiorenni, che possono "richiedere la corresponsione diretta della quota di assegno loro spettante".
Con la circolare n. 41/2023, l’INPS ricorda che per quanto riguarda i titoli di soggiorno ammissibili ai fini del diritto all’assegno unico, è possibile percepire il trattamento anche per il permesso di soggiorno per protezione temporanea, che viene rilasciato alle persone provenienti dall’Ucraina, i quali sono stati prorogati al 31 dicembre 2023.
Assegno unico, i documenti necessari
Per ottenere l’assegno si deve avere un ISEE valido, ma quest’ultimo non deve essere allegato alla domanda perché Inps ne verifica autonomamente l’esistenza. Di conseguenza la procedura messa a punto dall’Istituto è snella e non richiede di allegare documenti.
In pratica è necessario indicare i dati dei figli e dell’altro genitore, quelli per il pagamento, sottoscrivere dichiarazioni di responsabilità e l’assenso al trattamento dati. La richiesta verrà presentata da un genitore e il secondo completerà la parte di sua competenza indicando gli eventuali ulteriori dati per il pagamento in caso di ripartizione a metà dell’importo. I figli maggiorenni potranno fare domanda in sostituzione dei genitori e chiedere la corresponsione diretta della quota di assegno a loro spettante.
Per ricevere l'assegno è necessario che il titolare del conto corrente identificato dal codice Iban specificato nella domanda sia il richiedente dell'assegno unico. L'Inps non potrà accreditare l'assegno sul conto corrente di una persona differente da chi presenta la domanda. È possibile comunque chiedere l'accredito dell'assegno unico su un conto corrente cointestato al beneficiario che ha presentato la domanda. Non è sufficiente essere delegati alla riscossione.
Il codice fiscale del richiedente deve essere esattamente corrispondente a quello che risulta all'Istituto di Credito come codice fiscale del titolare del conto corrente su cui si chiede l'accredito. Infine, il conto corrente su cui si chiede l'accredito dell'assegno unico deve essere effettivamente attivo e correttamente intestato (o cointestato) al richiedente la prestazione.
Consulta il testo del decreto legislativo n. 230-2021, Gazzetta Ufficiale n. 309 del 30 dicembre 2021
Assegno unico 2023, le maggiorazioni in Manovra
La prima Manovra economica del governo Meloni stanzia 1,5 miliardi di euro per il pacchetto famiglia, introducendo due maggiorazioni all'importo dell'assegno unico per il 2023.
La prima interessa tutte le famiglie e consiste in un aumento del 50% per il primo anno di vita del bambino, mentre la seconda prevede un ulteriore incremento del 50% solo per i nuclei familiari numerosi composti da tre o più figli, fino a 3 anni d'età, con ISEE fino a 40mila euro (dal 1° gennaio per i livelli ISEE fino a 43.240 euro).
Con una modifica introdotta durante l’iter parlamentare è stato previsto anche un aumento da 100 a 150 euro mensili della maggiorazione forfettaria dell’assegno che spetta ai nuclei familiari con quattro o più figli a carico.
Inoltre, la stessa legge di Bilancio conferma la maggiorazione dell'assegno per i figli disabili - introdotta in via sperimentale dal precedente Governo Draghi - che da provvedimento temporaneo diventa un aiuto "strutturale".
D'altra parte, resta valida la rivalutazione delle cifre del sussidio per tutte le famiglie italiane: dal 1° gennaio 2023 l'assegno unico viene indicizzato all’inflazione, così come prevede la legge che lo ha introdotto.
Le tabelle con i nuovi importi per il 2023 sono state pubblicate dall'INPS con la circolare n. 41/2023. Ricordiamo che la rimodulazione tiene conto del tasso di rivalutazione pari all’8,1%, in linea con la variazione media annua dell’Indice nazionale dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati (Foi) di Istat. Il ricalcolo, quindi, porta da un lato ad un incremento del valore dell’assegno mensile e dall'altro all'aumento delle soglie ISEE di riferimento. Questi aumenti sono riconosciuti dalla mensilità pagata a febbraio dell'anno in corso e, nel caso, verranno corrisposti anche eventuali arretrati.
A partire da quest'anno, inoltre, cambiano le modalità di accesso alla misura di sostegno per le famiglie con figli a carico. Se i requisiti del nucleo familiare non sono cambiati rispetto all’anno precedente, l’INPS erogherà in automatico l'assegno mensile senza più l’obbligo di presentare la domanda di rinnovo. Coloro che percepiscono l'aiuto dovranno comunicare all'Istituto solo eventuali variazioni dell'Isee e del numero di figli.
I chiarimenti sull'assegno unico universale figli
Con la circolare n. 2632 del 12 luglio 2023, l'INPS ha specificato che - a seguito delle modifiche introdotte dalla Manovra 2023 al Reddito di cittadinanza - l’assegno unico e universale non sarà più erogato d’ufficio, come è avvenuto sinora, insieme al sussidio di povertà. Quindi, le famiglie che hanno diritto alla prestazione di AUU anche dopo la scadenza delle sette mensilità del RdC, dovranno presentare una domanda per il riconoscimento dell’assegno entro l’ultimo giorno del mese di competenza dell'aiuto.
L'Istituto, con la circolare n. 41 del 7 aprile 2023, riassume tutte le novità introdotte dall'ultima legge di Bilancio a proposito dell'assegno unico e pubblica le tabelle con gli importi del trattamento e le relative soglie ISEE aggiornate. L'Istituto, inoltre, ricorda le istruzioni per la presentazione del valore ISEE per l'anno in corso.
Nel messaggio n. 1265 del 3 aprile 2023 l'INPS comunica l'introduzione del nuovo simulatore per calcolare l’importo dell’assegno unico, che prende in considerazione anche le maggiorazioni previste dalla legge di Bilancio 2023. Lo strumento è stato aggiornato con nuove funzioni a supporto di presentazione e gestione delle domande.
Con il messaggio n. 174 del 17 febbraio 2023, l'INPS ha fornito dei chiarimenti a proposito della maggiorazione dell'assegno unico nel caso di genitori rimasti vedovi nel periodo di fruizione dell’agevolazione. L'importo extra spetterà nell’annualità in cui si è verificata la morte del genitore lavoratore e verrà attribuita in maniera automatica per le domande presentate a partire dal 1° gennaio 2022.
Dal 1° marzo 2023 coloro che nel corso del periodo gennaio 2022 - febbraio 2023 abbiano presentato una domanda di assegno unico per i figli a carico, accolta e in corso di validità, beneficeranno dell'erogazione d'ufficio della prestazione da parte dell’INPS, senza dover presentare una nuova domanda. Questi dovranno solamente aggiornare la DSU e revisionare la richiesta in caso di cambiamenti della situazione familiare. La richiesta va presentata solamente da chi accede alla prestazione per la prima volta o non ha una richiesta in corso di validità. Lo ha chiarito lo stesso Istituto con la circolare n. 132 del 15 dicembre 2022.
Con il messaggio n. 3518 del 27 settembre 2022, l'INPS ha fornito alcune specifiche riguardo le novità normative introdotte dalla legge di conversione del decreto Semplificazioni alla disciplina dell’assegno unico e universale per i figli a carico. Le nuove regole di determinazione dell’importo spettante si applicano con decorrenza da marzo 2022 e rendono dunque talvolta necessario un ricalcolo delle differenze.
Lo stesso Istituto, con il messaggio n. 2951 del 25 luglio 2022, ha dettagliato i titoli di soggiorno da ritenersi utili per l’ammissione al sussidio dei genitori stranieri.
La domanda di assegno unico univesale per i figli può essere inviata e consultata anche tramite la app 'Inps Mobile' per smartphone e tablet. A comunicarlo è stato l'INPS, con il messaggio n. 2925 del 22 luglio 2022.
Con il messaggio n. 1714 del 20 aprile 2022, l'INPS ha fornito ulteriori precisazioni sulla misura di sostegno e sui criteri di spettanza. Nello specifico, il chiarimento si sofferma sulla maggiorazione dell’importo riconosciuta ai nuclei in cui lavorano entrambi i genitori e in caso di nuclei familiari numerosi, fornendo inoltre delucidazioni per quel che riguarda il riconoscimento dell'assegno ai genitori separati e ai figli maggiorenni.
La circolare INPS n. 34 del 28 febbraio 2022 ha fornito le prime istruzioni amministrative e procedurali in relazione agli effetti che l’introduzione dell’assegno unico produce sulla disciplina dell’assegno per il nucleo familiare (ANF). In particolare, si esplicita che in assenza di figli per i quali spetta l'assegno unico universale, potranno comunque essere richiesti gli ANF, ma limitatamente agli altri componenti del nucleo in possesso dei requisiti di legge.
Con la circolare n. 23 del 9 febbraio 2022 l'INPS si è soffermata sui criteri generali di spettanza e sui requisiti dei beneficiari, precisando anche i termini di decorrenza e le modalità di erogazione della misura. Nello stesso documento, inoltre, l'Istituto fornisce dei chiarimenti a proposito di alcuni aspetti della normativa ai fini della determinazione dell’importo e dell’erogazione.
Precedentemente, in data 31 dicembre 2021, sul sito dell’Agenzia delle Entrate sono state pubblicate due distinte informative, predisposte congiuntamente con l’Inps, indirizzate rispettivamente una ai datori di lavoro e l'altra ai dipendenti e ai lavoratori autonomi. Oltre al riepilogo della norma, queste comunicazioni forniscono i dettagli per la corresponsione e la fruizione dell’assegno universale.
A queste due informative si affianca il messaggio dell'Inps n. 4748 del 31 dicembre 2021, in cui vengono date le prime istruzioni operative per fare domanda d’accesso all'assegno unico 2022.
Sostegni ter, detrazioni IRPEF anche con assegno unico figli
Se da un lato il debutto dell’assegno unico ha comportato l’addio alle detrazioni fiscali per i figli a carico under 21, dall’altro è stata garantita la possibilità di portare in detrazione dall’IRPEF con il modello 730 le spese sostenute in loro favore.
A stabilirlo è l’articolo 19 del decreto Sostegni ter, che ha integrato le disposizioni previste dal TUIR, per chiarire alcune incertezze normative a proposito dell’avvio dell’assegno unico in relazione alla disciplina delle detrazioni fiscali per figli a carico.
Nel dettaglio, il decreto Sostegni 2022 ha introdotto un nuovo comma 4-ter all'articolo 12 del Testo Unico che mette in salvo il diritto per tutte le famiglie a fruire delle detrazioni fiscali per le spese sostenute in favore dei figli a carico, stabilendo quanto segue:
"Ai fini delle disposizioni fiscali che fanno riferimento alle persone indicate nel presente articolo, anche richiamando le condizioni ivi previste, i figli per i quali non spetta la detrazione ai sensi della lettera c) del comma 1 sono considerati al pari dei figli per i quali spetta tale detrazione".
Quindi, dal 1° marzo 2022:
- per i figli fino a 21 anni di età viene riconosciuto l’assegno unico universale;
- per i figli, compresi quelli naturali riconosciuti, adottivi o affidati, di età pari o superiore a 21 anni, è possibile fruire delle detrazioni fiscali per figli a carico.
In ambedue i casi viene comunque riconosciuta la possibilità di detrarre dalla dichiarazione dei redditi le spese sostenute in favore dei figli a carico, da quelle scolastiche fino alle spese per l’abbonamento ai mezzi pubblici.
Restano invariati i parametri da considerare per individuare i figli per i quali sarà possibile beneficiare delle detrazioni IRPEF in dichiarazione dei redditi: le detrazioni fiscali sono riconosciute per i figli, così come per il coniuge a carico e per gli altri familiari a carico conviventi individuati dall’articolo 433 del codice civile (quali ad esempio nipoti, genitori, suoceri, fratelli o sorelle) che nel corso del periodo d’imposta hanno percepito reddito complessivo annuo, al lordo degli oneri deducibili, non superiore a 2.840,51 euro o 4.000 euro, in relazione ai figli fino ai 24 anni di età.
Decreto Semplificazioni, maggiorazioni per i figli disabili
Il decreto Semplificazioni ha introdotto due importanti modifiche all’assegno unico, in particolare:
- l’equiparazione dell’importo previsto per i figli disabili minorenni a carico anche ai maggiorenni;
- la maggiorazione di 120 euro prevista per i figli disabili a carico di nuclei familiari con valore ISEE fino a 25mila euro.
Quindi, dal 1° marzo 2022 al 28 febbraio 2023, i figli maggiorenni disabili, senza limiti di età, sono equiparati ai minorenni con conseguente adeguamento dell’importo spettante.
In sintesi, i figli con disabilità maggiorenni fino a 21 anni possono beneficiare della maggiorazioni previste per i minorenni, pari a 105 euro mensili in caso di non autosufficienza; 95 euro mensili in caso di disabilità grave; e 85 euro mensili in caso di disabilità media.
L’assegno unico sarà di 175 euro in presenza di un valore ISEE pari o inferiore a 15mila euro e l’importo si riduce gradualmente fino ai 50 euro previsti in caso di ISEE pari o superiore a 40mila euro. A questo, poi, si aggiunge l’importo di eventuali maggiorazioni.
Inoltre, i nuclei familiari con valore ISEE inferiore a 25mila e almeno un figlio disabile a carico potranno beneficiare di un’ulteriore maggiorazione di 120 euro per l'anno 2022.
Questa ulteriore somma aggiuntiva ha natura transitoria e si ridurrà in maniera graduale fino al 2025, prevista per intero dal 1° marzo 2022 sarà pari a 2/3 nel 2023 per poi scendere ancora a un terzo per il 2024 e per i mesi di gennaio e febbraio 2025.