Siccità: un progetto innovativo permette di risparmiare acqua e ridurre i costi per l’agricoltura

Siccità - Foto di Karolina GrabowskaUtilizzare le acque reflue depurate per irrigare e fertilizzare i campi, soddisfacendo fino al 70% del fabbisogno idrico irriguo della Regione Emilia-Romagna e riducendo di circa il 30% i costi per i concimi. È il risultato delle sperimentazioni condotte dal progetto VALUE CE IN, coordinato da ENEA, al quale partecipano tra gli altri il gruppo Hera e l’Università di Bologna. 

CIS Acqua: in arrivo investimenti contro la siccità e per la gestione delle risorse idriche

In un periodo di siccità estrema causata dal cambiamento climatico, un progetto sperimentale finanziato tramite i fondi europei promette di risparmiare acqua e costi nel settore agricolo. 

Si tratta di VALUE CE-IN – “VALorizzazione di acque reflUE e fanghi in ottica di economia CircolarE e simbiosi INdustriale”, un progetto di ricerca industriale avviato nel luglio 2019 e di durata biennale finanziato dal programma POR-FESR 2014-2020 della Regione Emila-Romagna.

I dati generali della sperimentazione, particolarmente importanti in un momento di carenza della risorsa idrica come quello attuale, sono molto promettenti. Il progetto, infatti, permetterebbe di soddisfare fino al 70% del fabbisogno idrico regionale e, grazie all’utilizzo delle acque reflue depurate - che, a differenza dell’acqua di rete, contengono già alcune sostanze nutritive necessarie per la crescita delle piante - di ottenere un risparmio del 32% di azoto e dell'8% di fosforo, ad esempio nella coltivazione dei peschi. 

Si tratta di percentuali significative, considerando che tali elementi nutrienti si trovano in concentrazioni limitate nei reflui depurati, in conformità con i limiti di scarico nell’area in cui ricade il depuratore di Cesena, classificata come sensibile. Inoltre, questi valori potrebbero essere ancora più elevati in altre casistiche con limiti allo scarico meno rigorosi dell'area cesenate, come confermano i dati di risparmio del 98% misurati sul potassio, sostanza per la quale non vige alcun limite allo scarico. 

Il progetto si basa su un sistema intelligente, una centralina di controllo e di automazione in grado di gestire e ottimizzare il riuso delle acque trattate in funzione delle caratteristiche qualitative e delle esigenze idriche e nutrizionali delle singole colture.

Alcuni segnali acquisiti dalla centralina smart riguardano i parametri di qualità delle acque a valle dei trattamenti secondari e in uscita dall’impianto che vengono generati rispettivamente da un sistema di monitoraggio on-line e real-time allestito dal laboratorio LEA dell’ENEA e dalla strumentazione di Hera. 

Altri segnali provengono dal campo irriguo sperimentale, progettato e realizzato dall’Università di Bologna con la collaborazione di Irritec, partner industriale di progetto, dove sono stati posizionati sensori di umidità del suolo, temperatura e conducibilità. 

La centralina è stata, quindi, programmata in modo da garantire l’attivazione di pompe, elettrovalvole e di dispositivi per l’irrigazione e la fertilizzazione delle piante, in funzione del fabbisogno idrico delle colture e del contenuto di nutrienti già presente nelle acque depurate. In questa fase sono stati inoltre sperimentati dei sistemi di microirrigazione innovativi, messi a disposizione sempre da Irritec, ed effettuati test sui sistemi di irrigazione intelligente utilizzati, per valutare gli effetti idrologici e agronomici associati alle pratiche di riutilizzo.

Il nuovo sistema sperimentale applicato al depuratore cesenate va nell’ottica di una sempre maggiore valorizzazione della risorsa, che viene proiettata anche su tutti gli altri impianti di depurazione gestiti dal Gruppo. Le acque in uscita dai depuratori, grazie ad accordi con i vari Consorzi di Bonifica, essendo di buona qualità, possono infatti essere riutilizzate per alimentare i principali canali dei nodi idraulici presenti nelle varie realtà territoriali urbane.

Ad esempio, nel 2018 è stato siglato un Accordo di Programma Triennale tra Regione Emilia-Romagna, Arpae, Atersir, Hera e Consorzio Bonifica Renana volto a recuperare le acque reflue scaricate dall’impianto di depurazione di Bologna per garantire il riequilibrio idrologico delle portate transitanti nei corpi idrici Canale Navile e Savena Abbandonato. Iniziative che, oltre all’obiettivo di tutela dei corpi idrici presenti sul territorio, perseguono anche il principio di riuso dell’acqua come bene da preservare.

VALUE CE-IN – “VALorizzazione di acque reflUE e fanghi in ottica di economia CircolarE e simbiosi INdustriale”

Foto di Karolina Grabowska

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