Decreto Calderoli: rallentano i tempi di attuazione

Parliament - immagine di ArcheologoSi allungano i tempi per il decreto per la semplificazione e lo sviluppo, che sarà varato dal Consiglio dei ministri soltanto dopo il riequilibrio dei voti in Commissione bilancio alla Camera dei Deputati. I 258 milioni di euro stanziati per quest'anno in favore del Fus scendono a 231 milioni di euro, causa un accantonamento operato dal ministero dell'Economia per far fronte a eventuali minori introiti previsti dalla vendita delle frequenze del digitale terrestre. Questo lo stato dell'arte delle vie della ripresa attuate dal Governo.

Il decreto per il rilancio della competitività e per lo sviluppo, su proposta dei ministri Calderoli e Tremonti, consiste in una serie di misure semplificatorie che afferiscono a campi diversi (tra gli altri: contratti pubblici, riqualificazione urbana, immobili di interesse culturale) volte a conferire, in particolare, celerità e snellezza alle procedure.

La discussione sul "decreto Calderoli" è stata aperta durante il Consiglio dei ministri dello scorso 9 febbraio, rinviando, però, ad un tavolo di concertazione fra i numerosi ministri interessati, la stesura definitiva del provvedimento, da approvare in una successiva seduta.

I tempi sono destinati ad allungarsi ancora dal momento che, attualmente, dopo la costituzione dei nuovi gruppi parlamentari e le rimodulazioni interne, in Commissione bilancio c'è una situazione di parità tra maggioranza e opposizione. «Prima di presentare il decreto - ha spiegato il ministro Calderoli, a margine della bicamerale sul federalismo fiscale - bisogna recuperare la maggioranza in Commissione bilancio».

In attesa di tali cambiamenti, l'esecutivo sembra sempre più propenso ad accorpare le misure di semplificazioni al pacchetto Romani sulle liberalizzazioni (ddl annuale sulla concorrenza preparato dallo Sviluppo Economico), o almeno una parte di queste.

L'obiettivo dunque sarebbe quello di arrivare ad un un decreto a vasto raggio che si inserisca nel Programma nazionale di riforma, da presentare in sede Ecofin entro aprile, e che sia in linea con la nuova strategia Europa 2020. Sarà con ogni probabilità un pacchetto sulla falsariga dei provvedimenti generali per l'economia varati dal governo nelle ultime estati (come ad esempio la manovra estiva 2010 del decreto 78).

Per quanto riguarda i contenuti, sul tavolo del confronto avviato da Tremonti subito dopo il Cdm del 9 febbraio con gli altri colleghi di governo, c'è buona parte delle semplificazioni messe a punto da tempo dal ministro Calderoli per rilanciare le infrastrutture con una semplificazione negli appalti e misure ad hoc sui contratti pubblici. In particolare, il decreto dovrebbe:

  • contenere la precisazione che la segnalazione di inizio attività (la cosiddetta «scia») sostituisce la Dia ma non la superDia, e prevedere la riduzione da 60 a 30 giorni del termine per i controlli da parte dei Comuni;
  • ricomprendere anche il rilancio del piano casa;
  • porre vincoli alle riserve al fine di limitare gli abusi nel ricorso agli accordi bonari cui spesso i privati ricorrono per ottenere "risarcimenti facili";
  • prevedere, per i subappalti e le imprese subappaltatrici, l'introduzione delle white list presso le prefetture con l'indicazione dei soggetti che non sono a rischio di inquinamento mafioso;
  • in aggiunta allo sportello unico potrebbe contemplare l'arrivo di un libretto elettronico dell'impresa, che consenta di annotare tutti i movimenti e le variazioni delle aziende;
  • applicare il principio secondo cui negli atti normativi non possono essere introdotti nuovi oneri regolatori o amministrativi a carico di cittadini, imprese e altri soggetti privati.

Da recuperare nello stesso pacchetto di misure anche l'attuazione della delega sul riordino degli incentivi e quella sulla riforma degli enti per l'internazionalizzazione (con snellimento degli uffici Ice in Italia), in seguito al via libera preliminare allo schema di decreto legislativo sulla riforma degli incentivi di fatto superato, dopo pochi giorni, dalla scadenza della delega al governo.

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