UE: accordo sull'abolizione del ritiro obbligato in agricoltura

La presidenza uscente del Consiglio dell’UE ha concluso che la vasta maggioranza degli Stati membri accetterà di abolire il ritiro dei seminativi dalla produzione, secondo quanto proposto dalla Commissione nell’ambito della verifica dello stato di salute della PAC. La modifica viene introdotta per ovviare a una situazione sempre più difficile sul mercato dei cereali.

La proposta costituisce la logica conseguenza della decisione del Consiglio di fissare a zero la percentuale di ritiro obbligatorio nel 2008.

Gli agricoltori potrebbero pertanto avvalersi della misura già a partire dalle semine dell’autunno 2008 e della primavera 2009. La fine del regime di ritiro consentirà loro di adeguare le proprie decisioni sulla scelta delle colture e di reagire in anticipo alla nuova situazione del mercato.

Il ritiro delle colture è stato introdotto per limitare la produzione di cereali nell’UE ed è stato applicato su base volontaria dal 1988/1989. Dopo la riforma del 1992 è divenuto obbligatorio: per avere diritto agli aiuti diretti, i produttori operanti nell’ambito del regime generale erano tenuti a mettere a riposo una determinata percentuale della superficie dichiarata. Con la riforma del 2003 essi hanno ricevuto diritti di ritiro che danno diritto ad un aiuto se associati alla messa a riposo di superfici ammissibili.

Il tasso di ritiro obbligatorio era inizialmente stabilito ogni anno ma, per semplificarne l’applicazione, nel 1999/2000 è stato fissato in via definitiva al 10%. Sono esentati dall’obbligo di ritiro dalla produzione gli agricoltori dei nuovi Stati membri che hanno optato per il regime di pagamento unico per superficie (RPUS), ossia Bulgaria, Cipro, Repubblica ceca, Estonia, Ungheria, Lettonia, Lituania, Polonia, Romania e Repubblica slovacca.
(Fonte: Europe Press Releases)

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