Vertice europeo: accordo raggiunto, nove miliardi per il lavoro

consiglio dell'unione europea Nove miliardi per il lavoro, chiusura della procedura di infrazione nei confronti dell’Italia, recepimento delle novità in materia di fallimento controllato delle banche. Sono i punti più importanti emersi dalle conclusioni del Vertice europeo di giovedì e venerdì a Bruxelles. L’Italia, grazie a qualche risorsa extra stanziata dall’Ue, avrà a disposizione circa 700 milioni di euro per l’emergenza occupazionale, fino al 2020. Si tratta di 200 milioni in più rispetto alle attese. In questo modo, secondo Palazzo Chigi, il denaro che l’Italia potrà investire sull’occupazione sale fino a 1,5 miliardi.

Guardando le cifre nel dettaglio, l’accordo appare nella sua dimensione reale. Un primo intervento era stato, di fatto, già concordato nel corso dell’incontro di Roma di metà giugno tra i ministri di Germania, Spagna, Francia e Italia: prevede l’anticipo della Youth guarantee, il fondo da sei miliardi di euro per l’occupazione giovanile, al 2014 e 2015. Secondo le previsioni originarie doveva essere spalmato, al ritmo di circa un miliardo all’anno, tra il 2014 e il 2020. Questo primo pacchetto garantirà all’Italia tra i 400 e i 500 milioni di euro.

Ma non è tutto. A questi sei miliardi se ne aggiungeranno altri due/tre, sebbene con un ritmo di erogazione diverso. Il presidente del Consiglio europeo Herman Van Rompuy ha, infatti, precisato che soltanto i primi sei miliardi potranno essere anticipati al 2014-2015. Gli altri arriveranno comunque tra il 2014 e il 2020. Confermando le ripartizioni del primo pacchetto di fondi, per l’Italia il beneficio dovrebbe superare di poco i 200 milioni di euro. Portando il totale dei fondi, nella migliore delle ipotesi, a 700 milioni di euro fino al 2020. Serviranno ad offrire alle persone con meno di 25 anni un lavoro, uno stage o un periodo di apprendistato entro quattro mesi dalla fine del periodo di studi.

C’è, poi, il capitolo dedicato ai finanziamenti delle piccole e medie imprese: la leva per assicurare un aumento di questo tipo di prestiti saranno i dieci miliardi di ricapitalizzazione della Banca europea per gli investimenti. Consentiranno, secondo le prime stime, di attivare finanziamenti per un ammontare compreso tra i 100 e i 150 miliardi di euro, a favore delle Pmi. Anche se resta, per adesso, ancora oscuro il meccanismo tecnico che consentirà l’erogazione di questo denaro. Sul piatto ci sono almeno tre opzioni: la decisione finale sarà presa più avanti. Per adesso basta l’intesa politica.

Infine, sono stati toccati due capitoli sui quali le discussioni erano, di fatto, solo una formalità. E’ stato recepito l’accordo con il quale l’Ecofin ha disciplinato, subito prima del vertice, la procedura di fallimento controllato delle banche. Si tratta di una novità importante, perché consentirà di slegare i bilanci degli istituti di credito dalla finanza pubblica. E’ stato anche chiuso il Semestre europeo, attraverso l’analisi e l’approvazione delle raccomandazioni che la Commissione ha elaborato per i singoli paesi membri. Formalizzando, così, la chiusura della procedura di deficit eccessivo aperta nei confronti dell’Italia.

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