Rapporto IEM: in calo gli investimenti pubblici nell'industria culturale

 

Library - foto di Cinema Book ShopTra il 2000 e il 2008 l'Italia ha sperimentato un drastica riduzione della spesa pubblica nel settore della cultura e nelle telecomunicazioni. Lo rileva il rapporto annuale dell’Istituto di Economia dei Media (IEM) della Fondazione Rosselli - "Gli investimenti pubblici nell’industria culturale e delle comunicazioni" - presentato lo scorso 22 novembre presso il Parlamento europeo in occasione dell'evento promosso dall'europarlamentare Silvia Costa.

La plenaria del Parlamento europeo ha approvato il 12 maggio scorso una risoluzione per valorizzare il potenziale delle industrie culturali e creative, fortemente voluta da Silvia Costa e in generale dalla Commissione Cultura.

La presentazione del XIII Rapporto IEM contribuisce all'intento di richiamare l'attenzione dell'Unione europea sulle assegnazioni a questo settore e di promuovere strategie efficaci e sostenibili per il suo sviluppo.

Lo studio analizza l’andamento economico di tutti i principali segmenti del mercato dei media e della comunicazione, a livello "macro" - mediante lo strumento dei Conti Pubblici Territoriali (CPT) - e "micro", quindi relativamente ai singoli settori.

Per quanto riguarda il settore della cultura, l'investimento pubblico si è dimezzato negli ultimi anni, passando dal 2,10 per cento della spesa totale nel 2000 all'1,03 per cento nel 2008, pari a 10.668 milioni di euro.

Andando più nel dettaglio sono state individuate 4 macro-aree:
• Radio e Tv;
• Editoria (quotidiana e periodica);
• Cinema e Spettacolo dal vivo;
• Telecomunicazioni.

Relativamente a Televisione e Radio, a fronte di rimborsi stabilmente al di sopra dei 10 milioni di euro tra il 2000 e il 2002, a partire dal 2003 l’andamento delle assegnazioni tende a peggiorare, attestandosi negli ultimi anno a circa 3,3 milioni di euro.

L'Editoria è stata oggetto nel 2010 di una serie di correzioni normative, il cui impatto sul mercato sarà pienamente visibile solo al termine del processo di revisione. In generale, tuttavia, si registra un costante aumento delle uscite di cassa fra il 2003 e il 2007 - da 186 a 214 milioni di euro -, che scendono a 140 milioni nel 2008 e a 50 milioni nel 2009 per poi risalire a 170 nel 2010.

Il FUS rappresenta, invece, la principale fonte di finanziamento per il Cinema e lo Spettacolo, cui si sono aggiunte, a partire dal 2003-2004, integrazioni straordinarie, oltre a crediti di imposta e altre agevolazioni fiscali. In ogni caso il dato peggiore per questo settore si ha nel 2010 con un intervento pari a 418 milioni di euro e che dovrebbe crollare ulteriormente nel 2011 nell'ambito delle manovre per il pareggio di bilancio.

Più variegata la situazione nel campo delle Telecomunicazioni, con azioni per la riduzione del digital divide, l'alfabetizzazione informatica e la diffusione dell'e-government. Per quanto concerne le risorse investite per la copertura del territorio in banda larga, data la varietà delle fonti di finanziamento, il rapporto IEM si concentra solo sui bandi di gara pubblicati da Infratel negli ultimi 5 anni.
Dall'analisi risulta che i fondi impegnati nel periodo di riferimento superano 312 milioni di euro - 228 di provenienza statale e 91 di fonte comunitaria e regionale -, di cui 197 erogati o in corso di erogazione.

Links

Risoluzione del Parlamento europeo del 12 maggio 2011 su "Le industrie culturali e creative, un potenziale da sfruttare"

Executive Summary: Gli investimenti pubblici nell’industria culturale e delle comunicazioni

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